Alle radici del volontariato Caritas, accanto a tante fragilità

Qualche flash dai partecipanti al corso di formazione per volontari, organizzato dalla Caritas diocesana di Senigallia per dare anima al nuovo Centro di solidarietà

“Mettiamoci in ascolto” è il corso dal titolo evocativo organizzato da Caritas per nuovi volontari presso il restaurato Centro di solidarietà Palazzolo. Si è concluso qualche giorno fa dopo quattro intensi incontri serali, aperti a chiunque volesse iniziare a prendere servizio volontario presso il Centro. I partecipanti, circa 25 e di varie età, soprattutto donne, si sono detti molto soddisfatti del risultato finale e di alcuni incontri in particolare.

“La lezione più toccante per me è stata quelle di don Andrea Rocchetti” dice Emanuela “dal titolo farsi prossimo: don Andrea ha utilizzato una canzone di Ligabue, Dove fermano i treni, per giocare con la metafora del fatto che nella vita c’è chi viene e c’è chi va, proprio come gli ospiti del Centro, che arrivano in cerca di aiuto e poi partono”. Proprio don Andrea Rocchetti, durante il suo incontro sul significato e ilsenso del volontariato in Caritas, aveva affermato che l’operatore Caritas è il simbolo della luce riflessa del Signore, e quindi un volontario nel povero deve vedere sempre il riflesso di qualcuno di più grande, di superiore, di divino. Anche Luigia, partecipante al corso, ha apprezzato molto una lezione, quella di Lorenzo Brocchini, psicoterapeuta, dal titolo “Aiutare stanca ma fa crescere”, durante la quale si sono rielaborate emozioni e vissuti legati al servizio di ascolto: “Ognuno di noi ha tirato fuori le emozioni che abbiamo provato nei momenti di maggiore dolore, di rabbia, di gioia, cercando di trasmetterli a chi era seduto al nostro fianco. Lavorare al Centro di ascolto porta tante emozioni, spesso tristi, ma noi dobbiamo riuscire a rielaborarle per non trovarci emotivamente troppo coinvolti”. Antonietta Pizzichini, responsabile Caritas del Centro di ascolto: “Il corso, che è stata una bella esperienza di crescita condivisa, aveva l’obiettivo di ritrovare motivazioni, senso e metodo del nostro operare in Caritas. I partecipanti si sono messi in gioco direttamente, non solo da uditori, e i formatori hanno saputo accogliere questa disponibilità e modulare i loro interventi cercando di rendere ciascuno protagonista”. I volontari sono la grande forza del mondo Caritas e dell’associazionismo, e rimotivarli è fondamentale per ripartire in una struttura come quella del Centro di solidarietà di Senigallia, che da anni è fulcro dell’accoglienza e dell’abbraccio alle povertà della nostra città. Il percorso ha visto l’intervento anche di Maria Sofia Rossetti, di Caritas Jesi, sulla grande risorsa dei volontari, che si impegnano in un servizio verso l’altro, e quello di Laura Paolini, di Caritas Fano, dal titolo “Osservare, ascoltare e discernere”, sulle origini, le finalità e il metodo del Centro di ascolto.

I partecipanti si dedicheranno ora all’esperienza diretta del colloquio al Centro di ascolto, che è sempre punto chiave dell’accoglienza, della comprensione e un punto di partenza per gli accolti di una nuova strada da percorrere. Fare il volontario al Centro di ascolto è un’esperienza profonda e toccante.

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