Lourdes: un viaggio speciale che ha il sapore dell’eternità

di Laura Mandolini

Ci sono tanti motivi per decidersi a prendere parte al pellegrinaggio diocesano a Lourdes del prossimo luglio. Alcuni ne propone il Presidente nazionale dell’Unitalsi, invitato a Senigallia per testimoniarne la bellezza

È tempo di iscriversi al Pellegrinaggio a Lourdes, che la nostra diocesi vivrà il prossimo luglio (vedi volantino a fianco) insieme alla Sezione Marchigiana dell’Unitalsi. Il vescovo Franco ha voluto fortemente questa iniziativa che si inserisce nel 160° anniversario delle apparizioni mariane alla piccola Bernardette nell’allora sperduta località incastonata tra i monti Pirenei francesi.

Antonio Diella, Presidente UNITALSI

Per preparare al meglio questo appuntamento di fede, la diocesi ha invitato il Presidente nazionale Unitalsi, Antonio Diella. Al cinema ‘Gabbiano’ di Senigallia ha parlato con entusiasmo e freschezza di quello che può rappresentare un viaggio di questo tipo e di come, più in generale, la chiesa intera si rafforza e diventa più luminosa quando sceglie la prossimità con chi è più fragile. “Per noi, per l’Unitalsi e per tanta gente che soffre Lourdes è casa nostra. Qui, ogni volta, si vive la straordinaria esperienza della tenerezza di Dio. Solo chi sperimenta la tenerezza – ha detto – può comprendere fino in fondo la bellezza del pellegrinaggio e stupirsi ancora, come i bambini, della vita e dell’amore. Siamo felici perché l’Unitalsi non è il luogo della nostalgia o delle strategie rancorose, è il luogo della meraviglia per questa amicizia che nei pellegrinaggi e nella vita unisce e coinvolge chi è debole e sofferente con chi ha ancora forza per fare il cammino”. Il suo sorriso, contagioso, non è per nulla ingenuo o segno di facile consolazione: “Verranno – lo sappiamo – i giorni in cui le ombre del dolore, della difficoltà e della stanchezza porteranno il buio della sera nel nostro impegno di carità e nella nostra vita”, ha ammesso Diella, certo però che “in quei momenti, ricordando la luce e la straordinaria bellezza della Grotta, ripeteremo ancora, con il cuore carico di speranza, ‘resta con noi Signore. Tienici per mano, guida il nostro cammino’”.

Nato a Bari nel 1959, attualmente Gip/Gup presso il Tribunale del capoluogo pugliese, Diella dal 1973 è iscritto all’Unitalsi. Ordinato diacono nel dicembre 2007, è ideatore del Progetto Bambini e del Pellegrinaggio internazionale bambini in missione di Pace. Presidente Regionale dell’Unitalsi in Puglia nel 1990. Dal 2001 al 2011 è eletto per due mandati consecutivi Presidente nazionale. Non nasconde le fatiche attuali della sua associazione e del proporre il pellegrinaggio come esperienza forte di spiritualità e condivisione: “C’è bisogno, innanzitutto di cercare di vivere quanto più possibile una Chiesa di popolo, non creandoci,come associazione, una realtà nostra di Chiesa. Vogliamo vivere la realtà ecclesiale nell’ordinario, inserendoci nelle parrocchie, nella pastorale ordinaria che si svolge nel territorio in modo da riempirla ulteriormente con la vita delle persone in difficoltà, ammalate e sole. Compiere un pellegrinaggio anche all’interno delle parrocchie. L’Unitalsi è anzitutto un’esperienza educativa. Cerchiamo di incontrare le persone, educarle a dare la disponibilità a camminare con le persone malate. Cerchiamo volon- tari e famiglie che vogliono aprirsi per sentire la presenza delle persone in difficoltà, malate, povere, dei bambini, così come la sentiamo noi nel pellegrinaggio”. “Vogliamo essere felici e cercare insieme un motivo di speranza per vivere bene, qualunque sia la nostra condizione”, ha spiegato il Presidente, aggiungendo che in pellegrinaggio “camminiamo e con noi camminano anche quelli che sono fermi ma che hanno il cuore che vuole continuare a gridare che la vita ha ancora un significato, che siamo tutti importanti. Vorremmo essere vicini, e lo siamo, alle persone in tutte le condizioni di difficoltà ma anche di gioia in cui si trovano”, ha proseguito, precisando che “non siamo amanti della sofferenza. Al contrario, noi amiamo la gioia. Ci sono situazioni – ha aggiunto – in cui siamo chiamati ad intervenire in prima persona o come associazione per essere vicini alle persone che hanno bisogno. Un compito che impariamo soprattutto a Lourdes. è sottolinea con forza il valore eminentemente sprituale di un viaggio così: “Il pellegrinaggio deve avere una logica di cammino e soprattutto consentire alle persone di riflettere su se stesse, di vivere la fraternità, di poter pregare e muoversi senza l’assillo di una serie di appuntamenti”.

Il calo del numero dei pellegrini si deve a tanti fattori, ma Diella rilancia con grande realismo: ““Credo quanto mai necessaria una vera alleanza per Lourdes che punti soprattutto su tre temi centrali: la tutela del diritto alla mobilità dei cittadini europei soprattutto se fragili, sul coinvolgimento delle giovani generazioni trasformando il pellegrinaggio anche in un’occasione di formazione umana e professionale ed in ultimo – ma non per importanza – sul fatto che occorre rilanciare un’idea nuova di turismo religioso non più di serie “B”, ma un’occasione straordinaria per tutelare e promuovere la nostra storia e la nostra identità religiosa e culturale. Lourdes, – prosegue Diella – nonostante tutto, è il luogo a cui guardano, da tutto il mondo, tante donne e uomini spesso fragili e sofferenti. Non possiamo deluderli. Questa è un grande responsabilità che grava sulle nostre spalle. Sono stati fatti tanti paragoni con Fatima, Medjugorje, ma ognuno di questi luoghi ha una sua storia e suo percorso che per quanto non possa apparire sono differenti. Non possiamo ridurre il tutto a dati statistici ed economici, dobbiamo avere il coraggio di continuare la nostra “missione” mettendo sempre al centro la persona umana. Da questo dobbiamo ripartire – conclude Diella – magari con nuovi linguaggi e strumenti, aprendo a nuovi mercati parlando anche all’Oriente, ma senza dimenticare che Lourdes è prima di tutto un’esperienza di fede”.

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