Oratori e Grest: l’estate a colori

di l.m.

Alcune testimonianze dell’impegno delle parrocchie che ospitano fantasiose esperienze estive a misura di ragazzi e giovanissimi. 

Finite le scuole i genitori italiani si trovano alle prese con un problema la cui soluzione dipende dal combinato composto di troppe variabili per essere univoca: dove metto i bambini per due mesi? L’ipotesi nonni a pieno servizio risulta in difetto di praticabilità stante la carenza dei suddetti, vuoi per motivi geografici dato che il lavoro non è più sempre nella stessa città in cui si è nati e cresciuti, vuoi per ragioni anagrafiche: o sono anche loro ancora in età lavorativa dopo aver visto allontanarsi il traguardo della pensione, oppure sono troppo anziani per poter utilmente seguire bambini che necessitano di energie inesauribili. Così, per molti, la risposta sta nei vari campi estivi dai progetti variegati e con costi commisurati all’offerta non sempre formativa. Un vero e proprio business che trova un suo contraltare nell’ottima proposta degli oratori, che in tutta Italia accolgono centinaia di migliaia di bambini senza essere un “parcheggio”, ma un’opportunità di crescita.

Ogni estate tantissime parrocchie aprono le loro porte ed i propri spazi all’aperto per le attività estive accogliendo ragazzi e ragazze in diverse esperienze, spesso chiamate Grest (Gruppi estivi) o più semplicemente oratori estivi. Per qualche giorno o intere settimane, sono sinonimo di libertà riconquistata, ore all’aria aperta, incontro, amicizia e maturazione personale. Per le famiglie sono una risorsa educativa e un presidio sociale sempre più irrinunciabile. Lo rivelano i numeri, in costante crescita. Secondo il Foi (Forum degli Oratori Italiani) le proposte estive sono ogni anno in aumento. E i dati dell’ultimo quinquennio autorizzano a parlare di deciso trend positivo. Si stima che attualmente le realtà pastorali interessate siano più di 8.000, per un totale di 2 milioni di bambini e di oltre 350 mila educatori coinvolti. Una grande mobilitazione, dunque. Con alcune sorprese. Se in passato a far da traino erano soprattutto le aree del Nord, segnate dalla secolare esperienza salesiana, e alcune grandi città come Roma, ultimamente i Grest si stanno diffondendo a macchia d’olio anche nei centri più piccoli e in territori dalla giovane tradizione oratoriale, diocesi di Senigallia compresi.

E’ il segno di una vitale osmosi. Il concetto stesso di oratorio estivo si amplia e si ridefinisce. Da un lato, in un’epoca segnata dal riesplodere di ataviche paure, spicca il tema dell’accoglienza. Com’è noto, le porte sono aperte a tutti, purché chi entra sia disposto a rispettare un patto educativo. I costi sono contenuti e moltissime realtà prevedono agevolazioni per le famiglie meno abbienti. Tra coloro che frequentano i Grest talvolta si incontrano anche ragazzi non cristiani (in prevalenza giovani musulmani provenienti dai Paesi del Nord Africa), con i quali si riescono a costruire percorsi di dialogo. Emerge poi una grande creatività nelle proposte, modellate a seconda delle specificità locali. Ad esempio, su richiesta delle famiglie, molti istituti e parrocchie prevedono un aiuto per svolgere i compiti delle vacanze. Vi sono perfino oratori che riaprono

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