Lavoro e precarietà

È quasi inarestabile il crollo delle assunzioni nella nostra regione. Regge solo l’apprendistato

Sembra ormai inarrestabile il crollo delle assunzioni con contratto a tutele crescenti su cui aveva puntato tutto il Governo con il Jobs act. L’analisi dei dati dell’Inps, elaborati dall’Ires Cgil Marche, relativi ai primi quattro mesi del 2017 restituiscono un quadro chiaro dove emerge solo la crescita delle assunzioni a termine. Le assunzioni a tempo indeterminato sono 7.469 e cioè 611 in meno (-7,5%) rispetto allo stesso periodo del 2016 e -5.968 (-44,4%) rispetto al 2015.

Il saldo tra assunzioni e cessazioni da rapporti di lavoro a tempo indeterminato è negativo per 3.950 contratti e cioè i licenziamenti di tempi indeterminati sono maggiori delle assunzioni nei primi quattro mesi dell’anno. Anche questo è un effetto negativo del Jobs act che ha fornito alle imprese la possibilità di licenziare più facilmente. Picco vertiginoso del lavoro precario con 45.878 avviamenti a tempo determinato (+47,37% rispetto al 2016) che rappresentano ormai il 74,8% delle assunzioni complessive. Unica nota positiva, la crescita dei contratti di apprendistato, con 3.258 assunzioni (+976 rispetto al 2016, pari a +42,6%). Nelle Marche, il crollo dei contratti a tempo indeterminato registra percentuali di quasi doppio più alte rispetto al dato nazionale. La nostra regione risulta essere la quarta peggiore dopo Lazio, Abruzzo e Sicilia.

Per quanto riguarda il complesso delle cessazioni, le Marche sono al secondo posto nazionale solo dietro al Friuli Venezia Giulia. Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche: “Questo è un chiaro segnale che descrive il tipo di sviluppo che nella regione si sta consolidando: uno sviluppo incentrato sulla precarietà e privo di quelle caratteristiche di cui invece questa regione avrebbe bisogno, cioè di innovazione tecnologica e di processo, innalzamento del livello competitivo centrato sulla qualità. Una regione che così rischia il collasso economico e sociale. Purtroppo, dalla Giunta non sembrano arrivare segnali di preoccupazione rispetto a questo quadro”.

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