Tra integrazione e paura

di Andrea Casavecchia

Siamo arrivati a un punto di svolta: scegliere tra l’accoglienza intelligente e la chiusura

Pochi giorni fa il presidente della Commissione europea Juncker, nel suo annuale discorso sullo stato dell’Unione, ha ringraziato l’Italia, perché tiene alto l’onore dell’Europa attraverso il suo impegno di soccorso e accoglienza nel Mediterraneo.

Proprio nello stesso periodo veniva rimandata la discussione in Parlamento della legge sullo ‘ius soli’. Un evento che evidenzia l’incapacità del nostro Paese di colmare un vuoto dentro il percorso di integrazione delle “seconde generazioni”: cioè di quei bambini e ragazzi nati nel nostro Paese da cittadini immigrati. Dietro il ritardo c’è una debolezza della politica. L’immigrazione è considerata una questione calda, perché porta con sé una paura atavica, quella dello straniero, del forestiero, dello sconosciuto. In un sondaggio Demos si rileva che il 46% degli italiani si sente in pericolo di fronte al fenomeno dell’immigrazione e contemporaneamente tra gli italiani il sostegno all’introduzione dello ius soli ha toccato il minimo del 52%, appena un anno fa si raggiungeva il 70%. La paura porta a chiudere le porte. Ma tra il pericolo di essere “conquistati” e l’acquisizione di cittadinanza non c’è alcuna relazione. Nella ipotesi di legge non erano coinvolti, infatti, gli immigrati appena arrivati, ma quelli che qui si sono stabiliti o che addirittura sono nati in questo Paese. Oltre a ritardare un processo di integrazione che invece è inevitabile, l’operazione di radicalizzazione della paura, che alcuni stanno compiendo per attrarre consensi facili, corre il rischio di trasformare la nostra identità culturale, che invece è cresciuta sull’accoglienza. Siamo arrivati a un punto di svolta. Ci è richiesto di scegliere tra l’accoglienza, che poi prevederà per alcuni l’integrazione e la paura che invece prevede la chiusura. Gli episodi di quest’ultimo periodo dicono che dentro di noi convivono entrambi gli atteggiamenti. Dovremo capire quale assecondare.

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