Tutti su per terra

di Teresa Valiani (Redattore Sociale)

Il terremoto e le scuole distrutte: una mostra racconta il dolore e la rinascita. In soli sette giorni ha registrato più di 500 visitatori. 30 scatti della reporter Lucia Paciaroni per non dimenticare.

Le seggiole di legno lucido e metallo sono rimaste in piedi. Poco sopra gli schienali, una profonda ferita sul muro racconta tutta la violenza delle scosse. Il calendario deve essere stato il primo a cadere ma anche lui vanta una sorta di equilibrio, sulle macerie che coprono tutto il pavimento. Su quelle seggiole che sanno di quaderni, incontri, matite e colori appena temperati, ci siamo seduti tutti. è per questo che certe immagini arrivano dritte allo stomaco e ti restano incollate addosso.

Si chiama “Tutti su per terra! – Itinerari visivi tra le scuole della provincia di Macerata colpite dal sisma” ed ha registrato più di 500 visitatori in soli 7 giorni di esposizione, la mostra che in 30 scatti è riuscita a raccontare un dolore che ha radici profonde perché mina i ricordi più cari, quelli dell’infanzia. Promossa all’interno della seconda edizione del ‘Macerata School Festival’, l’esposizione è organizzata dall’assessorato alla Scuola insieme al Dipartimento di Scienze della formazione dell’università di Macerata, con le immagini di Lu- cia Paciaroni e l’introduzione del pedagogista Francesco Tonucci. Aperta nei pomeriggi, dalle 16 alle 19, agli Antichi Forni, ha concluso il Festival al Cinema Italia. Ma è già pronta per un nuovo allestimento. “Non ci aspettavamo così tanti visitatori – racconta Lucia Paciaroni –. Sono molto contenta sia dell’affluenza che del riscontro perché è stato colto il senso: non voleva essere solo un reportage su quello che è successo, ma un invito a riflettere,

In tanti, visitando la mostra, hanno detto che non pensavano che la situazione fosse così drammatica

per far capire la reale portata del terremoto. A distanza di un anno molte persone non ci pensano più, mentre tanti visitatori vedendo tutte queste scuole, a pochi chilometri da noi, completamente distrutte, hanno detto ‘non pensavamo che la situazione fosse questa’. L’idea della mostra è nata dalpaesi la collaborazione con Legambiente che mi ha portato sui luoghi del sisma già ad ottobre, per il recupero dei beni culturali nelle chiese”. E proprio Legambiente sta programmando un nuovo allestimento.

“Nonostante fossi sui posti in veste professionale – prosegue Lucia Paciaroni -, è stato struggente entrare in queste scuole. Soprattutto a Visso e Muccia, nelle scuole dell’infanzia. Erano rimaste aperte, dopo la scossa di agosto perché non avevano subito lesioni. Guardavo tutta quella distruzione e pensavo che per fortuna il terremoto di ottobre era arrivato di domenica”. Negli scatti di Lucia ci sono le scuole di Apiro, Caldarola, Camerino, Cingoli, Fiastra, Gualdo, Loro Piceno, Muccia, Pieve Torina, San Ginesio, San Severino, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Treia, Tolentino, Valfornace e Visso, scattate tra aprile e settembre di quest’anno. Mentre il percorso espositivo si conclude con i disegni dei bambini della scuola primaria di Caldarola che lo scorso anno hanno realizzato il libro “La scuola: radici del passato, germogli del futuro”.

Nell’ambito del Festival, anche la mostra fotografica “Con occhi di bambino. Lo sguardo dell’infanzia sul terremoto”, realizzata dall’Agrinido Agri-Infanzia della Natura di San Ginesio. In esposizione le foto scattate dai piccoli dopo il sisma del 30 ottobre e l’appello a sostenere la ricostruzione della scuola, ospitata in una grande tenda Yurta già dalle settimane successive alla scossa che ha reso inagibile l’edificio originario. E’ un lavoro denso e doloroso ma solo da questa aratura può dissodarsi il terreno per accogliere la rinascita.

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