Gli Italiani che se ne vanno via

La Fondazione ‘Migrantes’ ha presentato il Rapporto ‘Italiani nel mondo’. Aumentano i giovani che scelgono di partire per lavorare

“Mi auguro che questo studio possa continuare a gettare luce sulla mobilità umana tout court” e possa aiutare la “nostra politica ad uscire da una cultura degli slogan. In materia di immigrazione ed emigrazione, la conoscenza scientifica dei fenomeni è la strada giusta per riproporre un ambiente sociale in cui ciascuno venga arricchito e non depauperato dalla presenza dell’altro”. Così il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, presentando martedì scorso a Roma il Rapporto “Italiani nel mondo” 2017.

“La cittadinanza – ha spiegato – non è data solo dal territorio (ius soli) o dal sangue (ius sanguinis) ma è determinata da quanto si vive e si sperimenta nel corso della propria vita. Diventano determinanti il cammino formativo, il percorso di conoscenza del sé, i luoghi in cui si vivono le stagioni della vita, gli incontri; tutti elementi culturali che creano non una sola identità ma identità plurime, dinamiche, in costante arricchimento”. Concetti che, per Galantino, “è importante riscattare da un ambito meramente socioculturale per farli diventare anche cultura vissuta. Dobbiamo fare – ha avvertito – lo sforzo di continuare a dire queste cose, facciamole diventare anima di un modo diverso di stare tra noi e di capire le cose”. Di qui l’auspicio che il Rapporto, “importante per sé, facendoci capire alcune realtà vissute dagli italiani nel mondo, ci aiuti a guardare con occhi diversi quanti stanno qui da noi”. “Non paga parlare di queste cose ma io non arretro di un millimetro”, ha concluso esprimendo quindi gratitudine ai “missionari laici e religiosi, avamposti straordinari e di cui conosco le difficoltà, che a volte hanno, a stare nelle chiese presso le quali lavorano. Come vescovo e segretario della Cei li ringrazio davvero”. Secondo il “Rapporto Italiani nel mondo” della Fondazione Migrantes, il Paese dove nell’ultimo anno sono arrivati più italiani è stato il Regno Unito con 24.771 iscritti, seguito da Germania (19.178), Svizzera (11.759), Francia (11.108), Brasile (6.829) e Stati Uniti (5.939). La Lombardia, con quasi 23mila partenze, si conferma la prima regione da cui gli italiani hanno lasciato l’Italia alla volta dell’estero, seguita dal Veneto (11.611), dalla Sicilia (11.501), dal Lazio (11.114) e dal Piemonte (9.022). Il Friuli Venezia Giulia è l’unica regione con meno partenze.

Per l’organismo pastorale della Cei, la mobilità è “una risorsa” perché “permette il confronto con realtà diverse ed è, se ben indirizzata, una opportunità di crescita e arricchimento. Oggi, però, nello stato generale di recessione economica e culturale in cui ci si ritrova, la migrazione, per gli italiani in particolare, è diventata…

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