Giovani,famiglie,città
Sabato 13 aprile 2019, la Giornata mondiale della Gioventù diocesana scende in strada
Festeggiare insieme la famiglia ed i giovani, tanto più camminando per le vie della città, dice tanto. Perché è molto di più che trovare una modalità originale di vivere un appuntamento – la Giornata mondiale della Gioventù diocesana: significa tentare il più possibile di far coincidere la modalità alla sostanza, il contenuto al contenitore.
Diciamo a voce alta che intanto ci siamo stancati di segmentare le vite: i giovani con i giovani, gli adulti con i loro pari e le famiglie da un’altra parte. La chiesa, così come la comunità umana, è un continuo incrocio, incontro e spesso scontro di esistenze.
E alla convivenza, il più possibile serena e sensata, non c’è alternativa. Anche se siamo in un tempo che sostituisce il social alla comunità, anche se da ogni dove quasi ci costringono ad avere paura dell’altro.
Camminando per le strade, scegliendo i luoghi di tutti come luoghi da abitare con passione.
Senza smanie di proselitismo, senza la presunzione di sentirci altro. E possibilmente molto più incuriositi ed interpellati da quanto vive fuori dai confini, sempre più angusti, delle nostre comunità cristiane. “La curiosità nei confronti dell’altro è una profondissima forma d’amore”. Fabrizio De Andrè, in questo suo famoso verso, aveva compreso che prima dei progetti e dei percorsi c’è anzituttoda guardare ancora con occhi aperti e possibilmente attenti la realtà, la
nostra piccola realtà che contiene in se stessa le medesime particelle dell’intero universo. E la domanda che fa da filo conduttore alle diverse tappe (“Come mai questo tempo non sapete valutarlo”, Luca 12, 56) è più che mai opportuna. Il Maestro continua a far risuonare anche oggi, sopratutto oggi.
Camminare è mettersi in moto, tentare strade meno battute, forse più scomode ed esigenti.
Per riscoprire la gioia di una Chiesa che prende sul serio e vive per davvero la Buona e gioiosa notizia.