I fondi delle scuole paritarie

di Gesualdo Purziani

La Fism Marche denuncia come diversi Comuni marchigiani omettano di girare alle scuole d’infanzia risorse a loro destinate

“Le scuole paritarie di Fism (Federazione italiana scuole materne) che operano nella Regione Marche “sono costrette” a sollevare una “protesta nei confronti di un numero consistente di Comuni delle Marche che non prendono in considerazione le scuole stesse dell’infanzia (anch’esse pubbliche), i Centri per l’infanzia accreditati e le sezioni Primavera alle stesse aggregate nella ripartizione dei nuovi fondi attribuiti dal ministero dell’Istruzione per la promozione del sistema integrato di educazione e istruzione per le bambine e per i bambini in età compresa dalla nascita fino a 6 anni, in applicazione del d. lgs. 65/2017, attuativo della legge 107 della Buona Scuola”.

Questo quanto abbiamo scritto in un comunicato stampa destinato alle testate marchigiane, come presidenza regionale della Fism.

Si tratta della delibera di Giunta regionale n.1376 del 20.11.2107 e del Decreto regionale n. 713 di pari data che danno indicazioni per la suddivisione dei fondi che il Miur ha riservato alla Regione Marche per un totale di 5.318.025 euro e che la Regione a sua volta ha assegnato ai Comuni in proporzione al numero dei bambini di 06 anni che frequentano le scuole pubbliche (statali o paritarie.) Di solito non scegliamo lo stile della denuncia, delle scorciatoie a mezzo stampa, ma questa volta, nonostante i numerosi appelli e le varie richieste ai vari livelli istituzionali competenti, non abbiamo avuto alcun cenno di risposta.

Entro il 22 gennaio i Comuni hanno comunicato alla Regione Marche le tipologie di intervento che intendono attuare sulla base delle risorse assegnate, ignorando in parte o in tutto le scuole paritarie presenti sul territorio comunale. Chiediamo la riconsiderazione delle decisioni assunte, in violazione della delibera del Consiglio dei Ministri dell’11 dicembre 2017, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 25 gennaio 2018.

La legge sulla parità scolastica del servizio educativo 2000 ha certamente contribuito a riconoscere il ruolo pubblico svolto dalle nostre scuole – che sono no profit – ma ha solo in minima parte affrontato il problema della parità economica. Problema oggi aggravato dalla crisi che colpisce molte famiglie, dal forte calo demografico, dalla sempre maggiore complessità gestionale richiesta alle scuole accompagnata dalla notevole difficoltà nel reperire personale docente. E ciò che amareggia ulteriormente in questo caso è il fatto che debbono essere richiesti con forza risorse economiche già stanziate a questo fine dal Ministero dell’Istruzione e che quindi spettano di diritto alle nostre scuole paritarie.

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