I poveri al Centro: impegno e progetti

di Chiara Michelon

Sabato 16 settembre scorso un partecipato convegno ha suggellato l’inaugurazione del ristrutturato Centro di Solidarietà Caritas

Tante voci per una mattinata particolare, interessante che ha richiamato al teatro ‘Portone’ di Senigallia molte persone, contente di prendere parte a questa attesa inaugurazione. Il Centro di solidarietà ‘Palazzolo’ di Senigallia, dopo settimane di lavori di ristrutturazione, torna a splendere e a proporsi come luogo di solidarietà vissute e vangelo quotidiano. “I poveri al centro” è stato il filo conduttore sul quale si sono dipanati diversi interventi, prima del taglio del nastro.

I poveri non sono al centro Incisivo, pungente e di altissimo livello l’intervento del professor Giovanni Battista Sgritta, docente emerito di Sociologia all’università La Sapienza di Roma, il quale ha centrato con intelligenza e spirito critico la questione della povertà. “I poveri non sono mai stati al centro, nella nostra storia: questa è la realtà. Sono stati sempre accantonati, perché i poveri arrecano fastidio. La povertà schiaccia sul presente, ti impedisce di guardare al futuro, è un’ossessione quotidiana che ti paralizza. In nessun Paese del mondo esiste una politica che lotti in modo funzionale e risolutivo per sconfiggere le nuove forme di povertà, e nel frattempo la disuguaglianza cresce e i poveri sono sempre più poveri. Sostengo, andando contro l’opinione comune, che la povertà dipenda dalla società e non solo dalle persone. Per restare nel nostro Paese affermo che la povertà ha tre caratteristiche: è elevata, nel senso che in Italia c’è un livello di povertà superiore che in altri Paesi, è permanente, perché uscire dallo status di povero è quasi impossibile e infine si trasmette di generazione in generazione, il che significa che, secondo una logica medioevale, le colpe dei padri ricadono sui figli. Altre questioni fondamentali che vanno trattate, parlando di povertà in Italia, sono due:la territorialità prima di tutto.Il Sud è il grande serbatoio nazionale della povertà, perché qui c’è meno lavoro e ci sono più figli (nonostante il Centro e il Nord Italia si stiano tristemente allineando ai valori di povertà del Meridione). E come seconda questione la famiglia, la quale ha una duplice funzione contraddittoria: da un lato la famiglia dà risorse, energie e solidarietà (è grazie alla famiglia che ci siamo risollevati dai momenti storici di crisi), dall’altro moltiplica il disagio, perché se mancano gli aiuti non fa altro che distribuire la povertà. Quando capiremo che i figli non sono solo figli ma sono cittadini qualcosa potrà cambiare”.

Nel segno di papa Francesco Di diverso stampo il contributo di don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, che ha sottolineato le parole e la visione profondamente umana di Papa Francesco. “Se i poveri non sono al centro, Cristo non è al centro. Come dice Papa Francesco non dobbiamo amare a parole ma con i fatti, perché la povertà non è un’entità astratta, la povertà ha il volto di uomini e di donne, ha il volto delle persone. La comunione e la condivisione sono temi basilari per una…

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