Il diritto di educare

Nella nostra diocesi sono rimaste tre scuole paritarie: a Chiaravalle, Marotta e Senigallia

“Meno scuole paritarie non significa più libertà per lo Stato di lavorare, ma meno libertà per le famiglie di esercitare il loro diritto di scelta educativa”. Lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, a margine della presentazione, questo pomeriggio presso la Camera dei deputati, del XIX Rapporto sulla scuola cattolica in Italia, “Il valore della parità”, realizzato dal Centro studi per la scuola cattolica (Cssc).

Per mons. Galantino, “nelle scuole paritarie circa un milione di studenti riceve l’educazione prevista dallo Stato, non inventata da queste scuole; tuttavia queste ricevono di fatto una miseria rispetto a quello che spendono”. Gli istituti paritari, spiega, “dovrebbero ricevere dal Governo l’equivalente di 520 milioni ma finora ne ricevono 492, non sempre nei tempi giusti. Se questo milione di studenti frequentasse la scuola statale, costerebbero allo Stato 6 miliardi e mezzo”. Tuttavia, precisa il segretario Cei, “personalmente non sono d’accordo a portare avanti solo l’istanza economica; sarebbe mortificante per queste scuole. Bisogna volare un po’ più alto e dare motivazioni forti: la scuola paritaria quando è accolta, di fatto, mette in pratica un principio fondamentale della Costituzione che è la libertà di educazione che le famiglie devono avere”.

Quanto al calo degli alunni, “rispecchia il calo demografico dell’Italia, ma siccome le paritarie chiedono un contributo alle famiglie, in momenti di difficoltà come l’attuale, le spese su cui sono costrette a tagliare sono quelle relative all’educazione”. “La famiglia – secondo Galantino – però continua ad essere l’unico presidio per la società. Non sostenerla nel suo compito di educazione anche attraverso risorse economiche significa non metterla nelle condizioni di compiere bene il suo dovere”.

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