Il profeta della pace

Quattro anni fa veniva rapito padre Paolo dall’Oglio. Il suo ricordo è vivo anche qui.

Alla fine di questa settimana, tra venerdì 28 e sabato 29 luglio 2017, in molti ricorderanno padre Paolo Dall’Oglio, questo instancabile costruttore di ponti che ha indicato la strada del dialogo per cambiare il corso della storia e contribuire all’edificazione di una società diversa, che armonizza anziché dividere, che riconosce l’indispensabilità dell’altro anziché l’indispensabilità dell’odio. Non sappiamo chi abbia sequestrato Paolo quella notte di quattro anni fa, nel 2013.

Non hanno mai rivendicato il suo sequestro. Hanno voluto metterlo a tacere perché era tra le più autorevoli voci che negavano a chicchessia il diritto di fare dei siriani dei sudditi di un sedicente stato confessionale o familiare. Questa la sua profezia che disse anche a Senigallia, in un memorabile incontro all’auditorium ‘San Rocco’, tre mesi prima di sparire nel nulla e che riprende Riccardo Cristiano in un libro a lui dedicato: “Quella di padre Dall’Oglio è una profezia, perché la questione siriana è oggi una questione mediterranea, che ci coinvolge da Lisbona a Teheran. Tragedie che portano il seme inespresso di una volontà di cambiamento e di vivere insieme. Credo che proprio questa fosse la profezia dimenticata di padre Paolo. E’ vero che in questi nostri tempi e in queste nostre terre è stato iniettato un morbo terrorista, jihadista, esclusivista, apocalittico. Ma è altrettanto vero che milioni di persone avvertono oggi che dobbiamo tornare a vivere insieme, prima che sia troppo tardi”.

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