La scomparsa delle notizie
L’editoriale di Gesualdo Purziani
La scomparsa delle notizie era il titolo di un interessante libro di Marco Travaglio, quando era un po’ più ‘calmo’, in cui descriveva il terribile meccanismo di tanto giornalismo che per giorni e giorni ci bombarda con alcune informazioni. Dopo un po’, però, le stesse informazioni, quasi per magia, scompaiono da televisioni, radio, siti internet.
Quello che è peggio, scompaiono anche dal nostro interesse, dalle nostre preghiere, da quel minimo di impegno che forse potremmo metterci perché le cose vadano meglio. Triturate e consumate come qualsiasi altra merce, le notizie vengono gettate via e difficilmente ci chiediamo che fine abbiano fatto. Espelliamo dal nostro orizzonte anche quelle, anche quando ci parlano di vite violate e di diritti negati, di guerre combattute, di giuste rivendicazioni. Mi capita spesso di pensare cosa stia succendendo in questi giorni in Siria, che ne è di tutta quella gente sfollata e senza casa rimasta comunque nel proprio paese. L’Isis, che tanto ha nutrito in nostri incubi per mesi e mesi e che purtroppo non sparisce al risveglio, non sappiamo bene se ancora abbia il potere di straziare e distruggere vite in quella parte di Medioriente. Ogni tanto scopriamo che in quei luoghi la guerra continua, che i problemi del ritorno, della ricostruzione politica e sociale, di edificazione dove ci sono soltanto macerie, rimangono tutti. Anche se quasi nessuno lo racconta più, anche se ci illudiamo che non ascoltando aggiornamenti, le cose vadano molto meglio. Siamo fatti così: facili emozioni superficiali, poca generosità e mobilitazione, velocissima capacità di cambiare canale e voltare pagina. In attesa della prossima, nuova emergenza che ci lascerà come ci ha trovato.