Le sorprese di una bilancia rotta

L’editoriale di Gesualdo Purziani

La bilancia elettronica che pesa e calcola automaticamente l’importo dovuto quando acquistiamo frutta e verdura, martedì scorso si era inceppata.

Per questo motivo un giovane commesso in carne ed ossa si è posizionato lì accanto ed ha svolto le funzioni del marchingegno fuori uso. Tra due etti di pomodori, tre di insalata, cinque banane e quattro zucchine,osservandolo da lontano, ho notato che ha trovato del tempo e soprattutto la voglia di scambiare qualche battuta con gli acquirenti, nella maggior parte dei casi persone anziane. Mi è sembrato provvidenziale quel guasto, forse un po’ meno per il povero e paziente ‘pesa frutta e verdura’. L’efficienza millimetrica della macchina ha lasciato spazio al gusto di dirsi le cose in semplicità, ha obbligato a guardarsi in faccia, ad essere meno estranei gli uni gli altri. E si scopre che forse l’eccesso di tecnologia manda in secondo piano tanti bisogni che pensiamo quasi inutili orpelli, capaci soltanto di farci perdere tempo. Siamo all’affannosa ricerca di tempo libero, ma poi, una volta liberato, rischiamo di non sapere cosa farcene.

Apprezziamo le conquiste tecniche che ci semplificano la vita, ma proviamo anche ad arricchirci con quanto conta davvero. Perdiamo un po’ di tempo per rallentare, osservare, ascoltare, imparare, condividere, gustare, ringraziare, gioire, respirare e riflettere. Verbi che non necessitano di grandi mezzi, se non la nostra disponibilità a riscoprire la bellezza del vivere.

Proviamoci. Sono sicuro che, una volta rimessa in moto la bilancia, il negozio non sarà stato più lo stesso: forse ci si è conosciuti un po’ di più.

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