Patto per la natalità

di Giovanna P. Traversa

#pattoXnatalità per chiedere alla politica di accantonare “tutte le controversie ideologiche” e di fare fronte comune “affinché fare un figlio non sia più per gli italiani una delle prime cause di povertà”.

Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle associazioni familiari, ha presentato a Roma, presso la sala Nassirya del Senato, un “patto” che sottolinea l’urgenza di interventi decisi per invertire il calo demografico che sta portando l’Italia “verso un domani senza prospettive”. Sette i punti del documento che prende il via dall’allarme culle vuote lanciato dall’Istat: nel 2016 sono stati iscritti all’anagrafe 473.438 nuovi nati, oltre 12mila bambini in meno rispetto al 2015, e il saldo naturale (cioè la differenza tra nati e morti) segna nel 2016 il secondo maggior calo di sempre (-134 mila), è destinato verosimilmente a salire nel 2017 a meno 202 mila unità.

Ma Giancarlo Blangiardo, docente di demografia all’università di Milano Bicocca, rincara la dose: “Se continueremo così tra meno di 30 anni saremo a meno 400 mila e nel 2060 avremo due milioni e mezzo di persone con più di 90 anni, in un Paese di 60 milioni di abitanti”. Per il demografo è urgente intervenire passando dalla logica delle misure di contrasto alla povertà (aiuti solo ai nuclei indigenti) alla logica di una seria politica demografica e familiare a carattere universale.

Solo così si può invertire il trend. La fecondità italiana – spiega Alessandro Rosina, docente di demografia all’Università Cattolica di Milano – alla fine degli anni Settanta del secolo scorso è scesa sotto i 2 figli per donna (livello di equilibrio generazionale). Ora “è pari a 1,34” ma “il numero medio di figli desiderato…

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