Scuola,un nuovo inizio
di Alberto Campoleoni
Come in ogni ripartenza, ci sono speranze e timori, entusiasmi ed apprensioni.
Settembre andiamo, è tempo di migrare… e di tornare (o di andare per la prima volta) a scuola. Come ogni inizio, anche quello del nuovo anno scolastico porta con sé molte speranze, altrettanti timori, entusiasmi e apprensioni. Così, ad esempio, è facile immaginare quanti sentimenti si agitano in quei genitori – e in quei bambini – che affrontano l’esperienza della “prima elementare”. È un salto in avanti straordinario, in qualche modo segna la fine di un’età del tutto spensierata come quella dell’infanzia per aprire la strada verso conquiste tutte nuove e impegni che affascinano e spaventano insieme. “Diventi grande”: quanti adulti dicono così al figlio o alla figlia che si affacciano per la prima volta alla scuola primaria. E magari si preparano a fare la fotografia – col telefonino, naturalmente – dei loro “piccoli” che si avviano, cartella sulle spalle, verso la nuova scuola. Per i bambini ci sono ambienti sconosciutida esplorare, persone da incontrare, amici/compagninuovi. O anche amici “vecchi”, che si ritrovano in mododiverso e con i quali condividere la scoperta delle novità. Tra gli adulti spesso prevalgono le preoccupazioni, affrontate con animo più o meno “leggero”: non è facilissimo vedere e accettare i figli crescere, e la tappa del primo giorno di scuola è una di quelle che dà evidenza a questo fenomeno. Certo, il primo giorno di scuola ha un forte valore simbolico.
Quella mattina, l’uscita di casa per intraprendere un cammino che diventerà abituale, sembrerà eccezionale. La porta di casa di apre su mondi e prospettive nuove, non di rado con la sensazione che nulla sarà più come prima, che il viaggio comincia e non si torna indietro. È davvero così? Se si sposta l’attenzione al primo giorno di scuola di un adolescente sembra cambiare tutto. E il clima aulico dell’inizio della “prima elementare” subisce un forte colpo. Auricolari nelle orecchie, cartella raffazzonata (quando c’è), aria assonnata e annoiata, come di fronte a un compito inevitabile e mal sopportato: spesso è così che si vedono uscire di casa i figli alle prese con la ripresa delle superiori. Dove sono finiti entusiasmo e paure, emozioni, speranze…? È vero che ci sono anni di esperienza alle spalle – giovani reduci di mille “battaglie” – ma, insomma, anche per loro comincia qualcosa. O no? Ecco la scommessa di settembre: (ri) trovare l’entusiasmo anche dove sembra non esserci più. (Ri)scoprire le emozioni della novità non di rado soffocate dal piattume delle abitudini. Ed è, questo, uno dei compiti che tocca principalmente agli adulti, che possono aiutare gli adolescenti a svegliarsi – fisicamente, tirandoli giù dal letto la mattina, non senza difficoltà – e avvertire il senso della sfida nuova. Cogliere l’avvio della scuola non solo come un “adempimento burocratico”, ma ancora una volta un inizio autentico. Buon anno!