Se non c’è di meglio che fare i vandali
L’editoriale di Gesualdo Purziani
A Senigallia in questi giorni si parla degli atti vandalici di venerdì notte. Ma oltre alla legittima indignazione, siamo tutti chiamati ad una profonda riflessione su come trascorrono il tempo libero tanti adolescenti e giovanissimi. Una domanda affiora alla mia mente, coperta da un velo di tristezza: com’è possibile che in un’età in cui tutto dovrebbe essere vissuto con spensieratezza e gioia, non si trova di meglio che distruggere oggetti appartenenti a tutti e quindi anche utili a se stessi?
Comportamenti che sono una spia del disagio che si va diffondendo in questa società che non sa trasmettere il valore della persona e il rispetto dell’altro.
E mi domando ancora: con chi possono parlare della loro noia, del loro niente, per dare un senso alle giornate e alla loro vita? I genitori spesso sono impegnati a lavoroare, se non a litigare.
È sicuramente importante correre ai ripari, vigilando per incrementare vivibilità e incolumità nelle nostre città e perseguendo gli autori di tali misfatti, ma questo deve essere solo l’ultimo anello di una serie di provvedimenti che la comunità tutta deve porre in atto: la famiglia, la scuola, le parrocchie, le varie agenzie educative, le associazioni sportive. E anche l’Amministrazione comunale che, insieme alla doverosa richiesta del rispetto di orari e di quiete pubblica, deve destinare risorse per la prevenzione del disagio sociale, creando per loro spazi e iniziative ricreative, educative e culturali. Tutte le forze politiche e sociali devono scendere in campo per proporre interventi possibili per la formazione della coscienza civile dei ragazzi di oggi e dei futuri cittadini. Non so chi deve iniziare, ma ciascuno deve fare la sua parte.