Si muore di lavoro
Il costo umano è altissimo, la prevenzione poca: mancano consapevolezza e sicurezza
Stava realizzando un lavoro di sistemazione di un’antenna in via Pasubio, a Senigallia, quando è scivolato dal tetto. L’uomo è precipitato per diversi metri morendo sul colpo. In Italia, lavorare continua a far male. Tanto. Si muore cadendo da un ponteggio, schiacciati da una pressa, folgorati da una scarica elettrica. Ma anche sulla strada per recarsi al lavoro o sotto un trattore nei campi della nostra regione.
Nel primo trimestre di quest’anno sono stati denunciati circa 161.576 infortuni, in crescita di 9.003 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un incremento pari a +5,9%. E 14 vittime del lavoro in più. L’incremento è avvenuto esclusivamente “in occasione di lavoro” dove si è passati dai 130 morti del 2016 ai 147 del 2017. Sui dati fa sentire la sua voce l’Anmil, esprimendo «grande preoccupazione» ed esortando a fare «valutazioni costruttive» e prendere «impegni stringenti». Dichiara il presidente dell’associazione Franco Bettoni: «C’è da parte nostra forte preoccupazione nel constatare che il fenomeno è in aumento su quasi tutti i fronti se si esclude l’agricoltura. Sembra dunque che all’aumento degli occupati corrisponda anche un aumento di infortuni e malattie sul lavoro, a testimonianza del fatto che, in questi anni, non si è fatto abbastanza per accrescere i livelli di consapevolezza e sicurezza, con un costo umano insopportabile».
Domenica 4 giugno 2017, a Senigallia, si tiene la Giornata del mutilato e invalidi del lavoro. Alle 9.30 Messa nella chiesa del Porto. Alle 10.15 corteo fino a piazza Garibaldi, passando per piazza Roma, alle 10.30 commemorazione dei Caduti sul Lavoro, a San Rocco. Interventi del sindaco Mangialardi e della la senatrice Amati e dei dirigenti Anmil ed Inail locali e regionali.