Una nave alla deriva

L’editoriale di Gesualdo Purziani

Stiamo vivendo giorni di tensione in Italia. Tra mosse elettorali e questioni politiche il primo provvedimento del neo ministro dell’Interno è senza mezze misure.

Mentre scriviamo ancora non è definitivamente conclusa la vicenda della nave Aquarius, che ci auguriamo possa trovare felice esito. La scelta del Governo italiano di non permetterealla nave Aquarius con 629 migranti a bordo di attraccare ad un porto italiano che può essere legittima sul piano del diritto internazionale, èmolto discutibile su quello morale, mettendo a rischio la vita di centinaia di persone ed il rispetto di basilari diritti della persona. E la scelta di solidarietà del Governo spagnolo di fornire assistenza materiale e giuridica ai naufraghi non deve oscurare le gravi responsabilità del nostro governo.

La storia dell’uomo insegna che nel momento in cui si tolgono i diritti ai più deboli, automaticamente l’arretramento si espande alle altre categorie. I diritti nascono per difendere i deboli, i potenti non ne hanno bisogno. D’altra parte si stanno attivando anche molte forme di solidarietà. L’unico elemento di positività è che sempre di più ci sono persone che si oppongono, che chiedono di conoscere, di sapere. Non è sufficiente la garanzia che ci da il nostro ministro dell’Interno che più volte ha fatto riferimento al Vangelo nei suoi comizi e ci ha fatto sapere che ha in tasca il rosario. Molto giusta la citazione del Vangelo “Ero straniero e non mi avete accolto”, fatta dal card.

Ravasi che si è schierato per l’accoglienza ai profughi, ma si è attirato la ferocia di tanti utenti sul social network. Eppure c’è un’altra forza, quella della solidarietà e dell’apertura, che i porti conoscono da sempre non grazie alla decisione del capo “illuminato” di turno, ma all’umanità di chi li abita. Forse è da qui che bisogna ripartire.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

15 + 11 =

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.